Riflessioni della giurata Milena Prestia

Riflessioni della giurata Milena Prestia

Milena Prestia ha deciso di condividere con tutti noi le motivazioni della sua scelta da giurata regalandoci anche una interessante chiave di lettura delle opere stesse

Primo Premio
Sara Bouiba “L’amico è la chiave della felicità”
Composizione di immagini e colori che colpisce immediatamente per la profondità del pensiero che vuole raccontare.
Concetto difficile da esprimere a parole, in una età in cui le cause della sofferenza non sempre si sanno mettere a fuoco, non di meno tramite immagini.
La figura protagonista è circondata da sagome negative, nere, tutte uguali, che ne circondano e sovrastano la testa (la mente) tramite la derisione che è, nella sua diversità, raffigurata dalle venature, unico segno particolare. Si avverte un senso di isolamento e di sofferenza. Ma ci è anche offerta la soluzione: aprire la porta e fare entrare chi, con una strada finemente e finalmente colorata, raggiunge e aiuta a rompere il buio, a rialzarsi.
“Non rimanere soli”, quindi.
Un messaggio di consiglio e incoraggiamento per altri che vivono le stesse condizioni.
Secondo Premio
Valentina Todisco “Integration”
Capacità tecniche per la sua giovane età straordinarie, sia nel disegno sia nell’utilizzo del colore. Tramite la dinamica del movimento del corpo comunica la condizione interiore del personaggio, uno stato emotivo di rabbia di una donna che lotta. Il tutto è arricchito da espedienti tecnici fumettistici che circondano la figura e che aumentano l’effetto di dinamismo.
Per la parte pittorica, l’utilizzo di un colore unico per costruire le forme del corpo, oltre ai contorni in nero, denota non solo bravura ma anche gusto negli accostamenti. La scelta del rosso è da lei giustificata col rimando al sangue e all’amore, quindi la fusione fra violenza e amore. Nel centro la donna che combatte, invece di subire, rende tutto emozionante.
Terzo Premio
Linda Volpi “Lo specchio”.
Eccellente padronanza del colore, dei chiaroscuri e delle sfumature. La figura protagonista, in nero, non è messa al centro, perché predominano le altre immagini che vede riflesse, quando si specchia. Composizione “dolcemente” inquietante. Descrive benissimo la caratteristica di una età in cui non ci riconosciamo in una immagine (un modo di essere) ben definita, e le tante parti di sé generano confusione, qui inquietudine perché non sono espressioni di serenità, ma di smarrimento o di pericolo.
Emozionante, lascia con la curiosità di come si evolverà questo percorso di introspezione.

Per conoscere meglio l’autrice di queste riflessioni ecco il link al suo sito:
http://www.milenaprestia.it/

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